Ci sono nomi che sono diventati simbolo di quello stile per cui l’Italia è famosa nel mondo, sinonimo di bellezza, eleganza e savoir faire. E Pininfarina è certamente uno di questi. La sua storia, lunga oltre 90 anni, ha visto uno sviluppo da impresa artigiana a gruppo internazionale: nata nel 1930, ha creato le carrozzerie di alcune delle automobili più belle del mondo, che hanno fatto la storia del design. Oggi ha oltre 500 dipendenti nelle sue sedi in Italia, Germania, Cina e Stati Uniti, ed è una casa del design a 360 gradi che opera in ogni settore, dall’automotive, a ogni tipo di mezzo di trasporto, dall’architettura, all’industrial design, in una miriade di progetti eterogenei accomunati dai tre capisaldi del suo design: eleganza, purezza e innovazione.
Se Pininfarina è un brand che non ha bisogno di presentazioni, un approfondimento merita la sua divisione nautica, che getta le sue radici negli anni 80 del secolo scorso ed è oggi ricca di progetti in collaborazione con i maggiori cantieri internazionali, con yacht bespoke come Fincantieri Ottantacinque, Rossinavi Aurea, Super Sport 50 e 65, Tango Wallycento, e restyling di intere linee come avvenuto con Princess. Rappresentando un settore strategico, la divisione dispone di un team dedicato di otto designer, con a capo Daniele Mazzon, Chief Transportation and Yacht Designer. “Il team viene ampliato a seconda del progetto, attingendo al team architettura se dobbiamo disegnare interni, o automotive se si tratta di una barca sportiva. La direzione stilistica è nel nostro headquarter di Torino, ma lavora in interconnessione con gli altri designer del gruppo, in tutte le sedi: Torino, Miami, Shanghai. Ma non solo: la cross-fertilization avviene anche con i gruppi di lavoro che si occupano di verniciatura, virtual reality, rendering, augmented reality, modellazione 3D”.

Nel processo creativo “a volte si parte da disegni digitali, altre volte da disegni a mano libera. Ma questo poco importa: sono solo mezzi che ci servono per stimolare i cantieri a realizzare qualcosa che non sia convenzionale”. Rompe decisamente gli schemi Oceanco Kairos, il progetto presentato all’ultimo Monaco Yacht Show, un 90 metri rivolto a clienti che vivono la barca in maniera statica, come una villa in mezzo al mare. Strabiliante quella che viene chiamata la piazza al centro della barca, aperta sul mare e connessa al cielo attraverso un foro passante con vetrate calpestabili, che lasciano entrare la luce grazie al design delle sovrastrutture, non puro esercizio di stile, ma funzionale a questa connessione tra cielo, mare e ambiente. “Oceanco voleva un nuovo Alfa Nero, un progetto disruptive, per armatori che arrivano in barca con l’elicottero o con il tender, entrando direttamente nella piazza, la parte più importante dello yacht, su cui affacciano tutte le cabine”. Continua Mazzon. “La collaborazione con gli architetti navali di Lateral Naval Architects è stata fondamentale: la sala macchine è stata spostata sotto il livello dell’acqua per permettere l’apertura laterale della piazza”.
Di tutt’altro stile, ipersportivo, il progetto Persico F70, realizzato in collaborazione con Carkeek design e Persico Marine, il cantiere che realizza le barche “volanti” della moderna America’s Cup. Il team nautico Pininfarina ha realizzato interni ed esterni di questo 70 piedi full foil: “abbiamo sfruttato la galleria del vento Pininfarina in un connubio di studi tra idrodinamica e aerodinamica, per arrivare a uno scafo che ha questa forma. È un’imbarcazione molto esclusiva, non solo per il costo. È come un’auto da corsa che si utilizza in pista. Rivolta a una ristretta schiera di clienti, che però esiste”, conclude Mazzon. Sportività che rimane nel dna Pininfarina anche nell’ultimissimo progetto E6, nella E Line, top di gamma delle barche sportive Elan, presentato al Salone nautico di Düsseldorf 2022.
Articolo scritto da: Samuela Urbini
L’articolo è stato pubblicato su THE ONE – Yacht and Design Carbon issue del 2021