Proviamo a immedesimarci: la palla si può passare solo indietro, quindi l’unico modo per avanzare e andare a fare meta nel rugby è brandire la palla in mano e correre, correre, cercando di non farsi placcare. Ottanta minuti di gioco effettivi di pura adrenalina, in cui l’infortunio è sempre dietro l’angolo. Occorrono passione, muscoli, tattica. Ma soprattutto coraggio. È nato per osare Beauden Barrett, vero talento del team più forte di tutti i tempi, la nazionale neozelandese degli All Blacks, che ha giocato contro l’Italia il 6 novembre scorso. “Nelle partite e in allenamento spesso è più facile fare la cosa sicura ed essere prudenti, ma se vuoi migliorare e metterti alla prova devi spingerti oltre i tuoi limiti”.
Il trentenne, miglior giocatore al mondo nel 2016 e 2017, insieme a tutta la nazionale è ambasciatore di Tudor, con cui condivide lo spirito autentico legato alle proprie radici e la robustezza. Gli orologi del marchio fondato da Hans Wildorf sono infatti progettati per resistere nelle situazioni più estreme e sono stati al polso degli sportivi più avventurosi. “Anche io mi sto allenando in tutti i tipi di condizioni, costretto ad evolvermi, adattarmi e a giocare sotto pressione”, aggiunge. Piena espressione del motto Tudor “Born to dare”, che gli All Blacks incarnano alla perfezione.

Dall’anno della sua fondazione, infatti, il 1884, la nazionale kiwi ha vinto più di tre partite su quattro, un’enormità. E il suo regista, Barrett, è una leggenda, ma anche parte di una squadra che è più leggendaria di lui. Infatti mantiene un understatement tipico di chi si sente parte di un tutto che ha un valore superiore. Rappresentato dalla divisa nera con la felce argentata: “sono grato di aver avuto l’opportunità di indossare questa maglia più di 100 volte. Non sappiamo mai quando sarà l’ultima, nel frattempo si tratta di onorarla e di valorizzarne l’eredità ogni volta che possiamo”. Ma come si diventa capofila del team più leggendario al mondo? “Richiede tempo. Crescita personale e sviluppo negli anni. È importante imparare dai leader del passato e portare il tuo stile di leadership. Essere autentici è tutto: le persone ti seguiranno se sei genuino e dai l’esempio”.
Così come il marchio Tudor è innovativo, ma legato alla tradizione, gli All Blacks sono una nazionale che si rinnova di continuo, ma custode di un passato glorioso, inscindibilmente legato ai Maori, la cui lingua e identità vengono mantenuti vivi con la Haka, la celebre danza con cui si apre ogni partita. “Fa parte di chi siamo e di chi rappresentiamo. Si tratta di connetterci come una squadra prima della battaglia, per sentire la wairua (il proprio spirito senziente, ndr) e guardare i nostri avversari negli occhi”, conclude Barrett. Che incarna l’essenza del vero campione.
Articolo scritto da: Samuela Urbini
L’articolo è stato pubblicato sul Corriere della Sera – Dorso Orologi di dicembre 2021
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