Per i grandi e facoltosi collezionisti il limite esiste solo nella loro fantasia. Possono avere tutto: serie limitate, pezzi unici. Ma possedere qualcosa che gli altri non hanno non è ancora abbastanza. La vera emozione allora consiste nel farsi realizzare il proprio orologio esattamente come lo si è immaginato, da qualcuno in grado di trasformare la loro visione in realtà. Chiamarlo orologio risulta dunque riduttivo per opere d’arte di tale portata e costo (in milioni di euro), che sono oggi il corrispettivo di un quadro su commissione ai grandi maestri del Rinascimento. Che eleva su un piano ancora superiore determinati collezionisti.
Come quello che ha commissionato a Vacheron Constantin Les Cabinotiers sonnerie Westminster – Omaggio a Johannes Vermeer, un orologio da tasca che include alcune delle complicazioni più raffinate dell’orologeria: Grande e Petite Sonnerie, la ripetizione minuti e il Tourbillon. Impreziosite dalla riproduzione a smalto di un dipinto realizzato dalle sapienti mani di Anita Porchet, la sopraffina smaltatrice elvetica, garanzia di eccellenza.
Per il brand è un impegno in termini di tempo e denaro notevole e in pochissimi hanno le competenze per farlo. Ma Vacheron Constantin ha un dipartimento apposito: Les Cabinotiers, il team che ricalca le orme dei maestri orologiai ginevrini del Settecento a cui i dignitari delle corti europee commissionavano i loro pezzi di pregio e che avevano i cabinet, il nome dei loro studi, ai piani alti dei palazzi di Ginevra, per avere maggiore luce.

Ci sono voluti otto anni per mettere a punto questo capolavoro in ogni suo aspetto tecnico e artistico. I maestri orologiai hanno creato un nuovo movimento a carica manuale, che sarà usato solo per questo esemplare: il calibro 3671, con regolatore a tourbillon (visibile sul lato fondello), ripetizione minuti e Grande e Petite Sonnerie a carillon Westminster, una delle suonerie più complicate da realizzare, che prende il nome dalla campana del Big Ben di Londra, di cui riproduce la melodia prodotta da 5 martelletti che battono su altrettanti gong. Un doppio bariletto ne aumenta l’autonomia, di circa 80 ore per le indicazioni orarie e circa 16 ore in modalità Grande Sonnerie.
Il cuore estetico di questo pezzo unico è il coperchio del fondello, sul quale Anita Porchet ha dipinto una miniatura de La ragazza con l’orecchino di perla del pittore olandese Johannes Vermeer (1665), secondo la tecnica antica chiamata “smalti di Ginevra”, che consiste nell’applicare i colori su uno strato di smalto bianco, che rappresenta la sua tela. Trattandosi di una miniatura di 98 mm di diametro, l’artista ha usato il microscopio binoculare per realizzarne tutti i dettagli e i chiaroscuri e al termine di ogni fase ha stabilizzato il dipinto con la cottura in forno, senza possibilità di ritocchi. Solo per il turbante, sono state necessarie due settimane di lavorazione, mentre per lo sfondo nero, colore che tende a ossidarsi, sette tonalità di nero. In totale, Porchet ha impiegato due anni di lavorazione per portarlo a termine.

Articolo scritto da: Samuela Urbini
L’articolo è stato pubblicato sul Corriere della Sera – Dorso Orologi di dicembre 2021