L’Hollywood Reporter lo ha definito “il documentario definitivo sull’amatissimo re del Reggae”. Grande attesa dunque per il film-documentario Marley, presentato all’ultimo Film Festival di Berlino e in arrivo il 29 giugno anche in Italia, apprezzato dai critici, chi con pareri entusiasti, chi meno, ma tutti d’accordo sul dire che questo biopic merita di essere visto. Merita perché i 144 minuti della sua durata restituiscono allo spettatore Bob Marley come artista, ma anche come persona, per la prima volta. Non si limita a un elogio della sua musica e al suo attivismo politico, ma mostra anche la vita travagliata di Marley.
Nato nel 1945 e deceduto nel 1981, a 36 anni, a causa di un tumore, era figlio di una mamma giamaicana e un padre bianco che non conobbe mai e che ebbe molti figli con donne diverse, proprio come Bob replicò più tardi. Questo lo rese vittima di pregiudizi razziali da piccolo, nei quartieri poverissimi in cui crebbe, da Saint Ann Parish, al ghetto di Trenchtown, prima di diventare ricco e famoso e di approdare al quartiere borghese della capitale giamaicana, Kingston, ancora oggi meta di un incessante pellegrinaggio di fan. Il regista Kevin MacDonald (L’ultimo re di Scozia) dedica la prima parte del film alle interviste con i parenti e gli amici d’infanzia di Marley, mentre la seconda è ricca di dietro le quinte e aneddoti sul Marley ricco e famoso, che è anche quello più cinico, egoista e ambizioso, se si pensa per esempio che ha avuto 11 figli da 7 mogli in 15 anni.
Di tutt’altra pasta invece Katy Perry: Part of Me (3D) che si propone sì come un documentario, ma relativo al suo tour. In uscita ad agosto in Italia e diretto da Dan Cutforth e Jane Lipsitz, il docu-film regalerà ai fan anche un dipinto della Katy Perry fuori dalle scene, ripercorrendo la sua vita personale e artistica con immagini di repertorio e backstage dei concerti tenuti in tutto il mondo. Per colonna sonora, ovviamente, i più grandi successi della cantante, da I kissed a girl, a California Gurls feat. Snoop Dogg, a Last Friday Night e Part of me, che dà il titolo al film-documentario.
Articolo scritto da: Samuela Urbini
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