Primosic: un raggio di sole nel nord est
Per chi si chiedesse cosa c’entrano una Porsche, un vino e l’imprenditore che lo produce, la risposta è pronta: sono tutti espressione di una autentica, grande passione. Il 42enne Marko Primosic (insieme al fratello Boris, che si occupa degli aspetti finanziari e della cantina) rappresenta la sesta generazione di una famiglia che, come la Ribolla Gialla, ha radici nel territorio di Oslavia da secoli. Suo padre Sylvester ha voluto testardamente rimanere fedele alla produzione di varietali di questa zona, tra i quali la Ribolla è la regina. E questa ostinazione-passione, che ne ha fatto la fortuna, è stata trasmessa ai figli. Così come il suo amore per i motori: un passato da gentleman driver su una Lancia Fulvia del 1971, che possiede ancora, ha educato l’orecchio di Marko al punto che, da bambino, appostato nel buio della notte in attesa dell’arrivo delle macchine dei rally, era in grado di riconoscere i boxer 6 cilindri delle Porsche (“che allora non si vedevano solo in pista nei Challenge”), dagli 8 cilindri delle Lancia. Ai tempi del grande Sandro Munari.
Ecco dunque come dev’essere cresciuto, ben nascosto sotto una scorza di cultura slovena, il palpito vitale che si percepisce in Marko e che si esprime nel packaging giallo sole con cui ha vestito il fiore all’occhiello della sua produzione (Marko ha raccontato una barzelletta emblematica: dice che quando gli sloveni sono felici, ma proprio tanto, si siedono intorno a un tavolo con gli amici e cantano una canzone triste…).
Avete presente un faro in una notte buia, un diamante illuminato dal sole o l’impatto che ha un campo di girasoli sulla vostra retina? Lo stesso effetto lo fanno gli scatoloni di Ribolla Gialla e la Cayman S di Marko Primosic quando, lasciata Gorizia, si imbocca la strada che sale sulla collina dove si trova questa piccola frazione della città giuliana. Fai una curva e ti si apre un nuovo mondo: sembra che un pittore abbia dipinto filari e filari di viti, interrotti ogni tanto da qualche casa. Tutto è verde-marrone e solo il bianco delle abitazioni fa da contrasto. A parte il giallo-Primosic. Il colore che caratterizza l’azienda è il più allegro e vitale della tavolozza e non è altro che quello delle uve di Ribolla, dagli acini dorati e tondi, un vitigno autoctono per anni poco o niente considerato ma che oggi è il vino di tendenza, presente in tutti i ristoranti alla moda e nei locali che fanno stile . Ma come è avvenuta questa trasformazione?
“Molto si deve a Gino Veronelli”, racconta Marko Primosic “che negli anni 70 lavorava in Rai a Milano e parlava dei vini bianchi del Collio come della realtà enoica più importante di quegli anni. Questo ha lanciato a Milano una moda che ha proiettato i vini della zona verso il riconoscimento internazionale ”. Allora Sylvester Primosic, che ha realizzato la sua prima bottiglia nel 1956, era uno dei pochi produttori di Ribolla Gialla, un vino bianco dal colore dorato che cresce alla perfezione sulla collina di Oslavia, che “è un microcosmo, geologicamente, climaticamente e per tradizioni culturali legato alla Ribolla”, come spiega Paola Antonaci, ambasciatrice nel mondo della cultura dei Primosic e foriera del loro stesso trasporto quando racconta dei loro vini. “Cuei, brda, in den ecken”, nomi di una parte di territorio che fu confine politico tra due mondi e che ora si ritrova a essere il cuore dell’Europa. Una striscia di terra incastonata tra picchi nevosi che guardano al Mare Adriatico e che da sempre è rinomata per la coltivazione della vite. Dal sedicesimo secolo in avanti Re, Imperatori e Tsar sono stati i grandi estimatori dei vini di questa regione; oggi vitigni indigeni quali Ribolla Gialla, Friulano e Refosco portano nel mondo echi delle terre del Collio e delle sue genti.
L’incontro con Porsche Italia è arrivato al Vinitaly del 2005, un incontro di “giallo”, quello dell’evento Tiro Rapido, concorso per aspiranti scrittori di racconti polizieschi, e quello del vino Primosic. “Una grande soddisfazione”, continua Marko “perché per la prima volta il mio lavoro e la mia passione si ritrovavano nel marchio dei miei sogni di bambino”. Nel 2008 Primosic realizza finalmente la sua idea di bollicine con Ribollanoir e nel 2009 Tiro Rapido si apre anche ai racconti noir creando così nuove opportunità di abbinamento tra l’azienda vitivinicola e la manifestazione di Porsche Italia. Una viticoltura nata come una sfida, che abbraccia un’altra sfida, quella del mecenatismo di Porsche per questi aspiranti scrittori di ogni età. Che Primosic affrontata senza paura, solo come sa fare gente forte, come dev’essere quella che resiste alle sferzate del vento di Bora, una costante su queste colline, a giudicare dai sassi appoggiati sui coppi di tutti i tetti per non farli volare via.
Articolo scritto da: Samuela Urbini
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