A Villa d’Este, tra auto d’epoca e atmosfere esclusive

16 Gen

Portare da Tokyo a Milano un gioiello come l’Alfa Romeo Giulia 1600 TZ2 del 1965, che ha ricevuto la menzione d’onore nella sua classe (Classe H: Progetti di stile 1952-1965), il Trofeo del Presidente della Fiva per la vettura meglio conservata e il Trofeo Auto & Design per lo stile più emozionante? “Questa volta non abbiamo pagato molto, 50mila euro. Andata e ritorno”, racconta come parlasse di un biglietto sulla Frecciarossa il giapponese Tadeo Uchida, amico del proprietario Shiro Kosaka, uno dei più grandi collezionisti del mondo, assente per nube islandese.

Pubblicato su Autocar di maggio 2010

Per un volo così lungo anche le persone pagano un prezzo elevato, figurarsi un’automobile di valore inestimabile come questa, che solo di assicurazione… Assicurazione? “Ci prendiamo il rischio”, dicono i proprietari in un coro greco (che si spera non si trasformi in pianto), “perché dopo un certo numero di anni costerebbe più l’assicurazione furto e incendio che la macchina stessa. Spesso le compagnie non accettano neanche di assicurare valori di questo tipo”, spiega Mr Tadeo.

E lo conferma anche l’imprenditore Francesco Gandolfi, marito di Mietta Pasquali Gandolfi, che al concorso è arrivato da Montagnana, in provincia di Padova, guidando in prima persona il camion con sopra la loro affascinante Bmw 328 del 1938. “Assicurare queste vetture contro la perdita è onerosissimo e fonte di litigio con le compagnie, perché è estremamente difficile darne una valutazione. Quindi le nostre auto hanno solo la Rc obbligatoria per girare su strada”. L’aereo è il mezzo più veloce e sicuro, perché, spiega sempre Tadeo Uchida, “via mare l’aria salina rovina la carrozzeria”. Esistono compagnie di cargo specializzate in trasporti delicati, ma per evitare il colpo al cuore di fronte a una riga sulla carrozzeria, si arriva a vette di mania: “fotografiamo tutti i passaggi dell’imballaggio, vite per vite, in modo da rifare il percorso a ritroso una volta giunti a destinazione, per non rovinare nulla”.

Ovviamente, volare è il modo più costoso per trasportare le macchine. Più economica invece la nave, come spiega Gandolfi, che per la sua attività di imprenditore dell’industria alimentare ha molti contatti con l’estero. “Ho spedizionieri di fiducia, che mi fanno pagare 10mila euro per un container da 20 piedi, all’interno del quale lego la macchina, ben protetta, contro i 20mila richiesti di solito da spedizionieri accreditati a Pebble Beach”. Per gli Stati Uniti, andata e ritorno.

Con la solita sintesi ed efficacia americana, Mark Gessler, membro della Fiva, in concorso con una Alfa Romeo 6C 1500 GS carrozzata Zagato del 1933, definisce il trasporto di questi gioielli: “crazy”. La sua perla quest’anno è volata dagli Usa a Cernobbio.

Quanto ci vuole per iscriversi?

In confronto a queste cifre, i 3500 euro chiesti per l’iscrizione e il soggiorno full board per due persone nell’Hotel Villa D’Este (premiato come miglior hotel del mondo nel 2009 dalla rivista Forbes Traveler), da venerdì a lunedì mattina, sono davvero un bicchiere d’acqua fresca. Soprattutto se si considera che una notte in Hotel con la sola colazione parte normalmente da 690 euro.

Chi organizza il concorso?

Ma che tipo di organizzazione si nasconde (bene) dietro un evento di questa portata? I primi passi organizzativi del concorso iniziano subito dopo la conclusione dell’edizione precedente. Ma è a partire dalle due settimane precedenti che inizia il lavoro duro della logistica, che coinvolge circa 200 persone di Villa d’Este (tutti i reparti: dalla reservation, al food & beverage) e altrettante da parte di Bmw, che arriva con sei o sette tir carichi di ogni tipo di attrezzatura per montare le luci, l’impianto audio, tutto.

“Villa D’Este ha una tradizione nell’organizzare eventi prestigiosi”, spiega Jean-Marc Droulers, presidente e amministratore delegato di Villa D’Este Spa, fautore del rilancio del Concorso insieme a Bmw. “Sa accogliere a un buon livello un alto numero di persone. L’albergo è riservato esclusivamente ai partecipanti al concorso, in modo che non ci siano malintesi con ospiti in viaggio romantico che non gradirebbero di essere svegliati alle 7 del mattino dal rombo di una Ferrari. Già dal venerdì l’hotel è completo, ci sono circa 400 persone per cena. Il sabato, per la giornata a inviti nei giardini monumentali di Villa D’Este, ci sono circa 6/800 persone, non di più per non snaturare l’ambientazione. La domenica si trascorre a Villa Erba, per la giornata aperta al pubblico. Quest’anno avevamo 5000 persone, per cui preparare tutti i servizi, compresi panini e sandwich per il pranzo”.

Diamo i numeri

Durante la giornata di sabato si consumano circa 600 pasti al ristorante e almeno altri 250 snack all’esterno, e champagne Henriot e cocktail Bellini sono i drink preferiti e i club sandwich Villa d’Este i più richiesti. Per la cena di gala della domenica (300 persone), è richiesto l’abito da sera e nel menù si trovano astice, fois gras e insalata di ovuli. Da consumare in un paio d’ore al massimo, perché poi si scopre l’auto vincitrice “Best of Show by the Jury” e il “BMW Group Trophy” e partono i tradizionali fuochi d’artificio sul lago.

Numeri di questo tipo porteranno all’esaurimento chef e camerieri. E invece no. Siamo entrati in cucina alle 12.30 del sabato e al posto di un girone dei golosi abbiamo trovato un’orchestra che suonava la sua sinfonia diretta dalla bacchetta gentile dello chef Luciano Parolari, da oltre 40 anni a Villa D’Este. “Oggi siamo a ranghi completi, 40 in cucina e altrettanti a servire. Iniziamo alle 5 del mattino per fare le briosche e terminiamo intorno alle 22, lavorando su turni, ovviamente. La cosa più difficile di questo evento sono i tempi, sempre abbastanza stretti. Per il buffet all’italiana da 600 persone di oggi abbiamo cotto 50 kg di pasta”. Ma ci sono anche prosciutto crudo, roast beef, arrosti e una sfilata di appetitosi dolci, babà giganti, Sacher Torte, tiramisù e macedonia in cui vien voglia di tuffarsi. Richieste speciali dagli ospiti? “In tanti anni di esperienza posso dire che le persone più importanti sono le meno difficili, le più semplici. Chiedono le solite cose, niente aglio, poco sale, niente di straordinario”.

Perché Villa D’Este è Villa D’Este

Qual è invece la formula vincente che ha riportato questo concorso, caduto nel dimenticatoio per quasi 40 anni, a essere il più importante d’Europa? Una serie di fattori, tra cui sicuramente una selezione dei modelli seria e rigorosa. “Tutti gli anni riceviamo richieste di iscrizioni abbondantemente superiori agli spazi disponibili, che sono 50, 52 circa. Un numero sostenibile che il pubblico può vedere con tranquillità, senza che il concorso soffra di gigantismo”, spiega l’ingegnere Lorenzo Ramaciotti, presidente della giuria. Sono due le persone chiave che fanno l’importante scrematura iniziale delle iscrizioni spontanee: Urs Paul Ramseier e Dominik Fischlin. Delle circa 250 richieste ne tengono 80, che poi sottopongono al Comitato Esecutivo del quale fanno parte il presidente della giuria, Horst Brüning, presidente della Fiva, Karl Baumer, presidente del Concorso d’Eleganza Villa d’Este, capo di Bmw classic e del Museo Bmw e Bmw Welt, e Jean-Marc Droulers.

“Teniamo conto dell’autenticità e dell’originalità delle automobili, che ci sia un corretto bilanciamento tra le marche di diverse nazionalità in modo che sia un concorso il più possibile internazionale e che non sia monopolizzato da determinati collezionisti a discapito di altri”, spiega Droulers. “Le auto devono possedere un passaporto Fiva, senza il quale non sono prese in considerazione. Non accettiamo la stessa vettura, né vetture dello stesso tipo per più anni consecutivi, per non annoiare il pubblico”, continua Ramaciotti.

“Poi cerchiamo di avere una varietà anche in funzione del tempo, senza trascurare nessun decennio, dalle pre guerra a quelle degli anni 70. Quest’anno se c’erano vetture in dubbio abbiamo privilegiato Alfa e Pininfarina, perché si celebrano i 100 anni dell’Alfa Romeo e gli 80 di Pininfarina”, conclude Ramaciotti. E Droulers va nel dettaglio di alcuni passaggi: “domandiamo all’organizzazione di accertarsi dell’autenticità dell’automobile, con la richiesta ai proprietari dei certificati necessari, in modo che non si infiltri qualcuno che non dovrebbe. La verifica dei requisiti è importante e dura fino a gennaio. La lista finale delle vetture d’epoca di solito si ha in febbraio. Le concept car seguono filone diverso, la loro selezione inizia verso novembre/dicembre, Bmw scrive a tutti i colleghi del mondo automobilistico, chiedendo se vogliono partecipare al concorso, con vetture che non siano già state esposte a saloni automobilistici nell’anno precedente. Devono avere dunque caratteristiche di novità e di originalità ed essere prototipi o concept car, piccole tirature, o macchina unica, non macchine di serie. All’inizio di febbraio con le liste dei modelli selezionati in mano iniziamo quindi a contattare i proprietari e a presentare loro il programma, invitandoli a iscriversi”.

E voi lo sposereste?

Il weekend di Villa d’Este è anche un luogo di ritrovo tra amici che condividono la stessa passione. E può poi diventare occasione di formidabili proposte di matrimonio cui difficilmente si potrebbe dire di no: un cuore di petali di rosa trovato sul letto con in mezzo le chiavi di una di queste macchine d’epoca al posto di un anello. È successo l’anno scorso. Quest’anno, invece, “solo” 101 rose rosse recapitate in camera per un compleanno. Non di una centenaria.

Articolo scritto da: Samuela Urbini
Per vedere l’articolo sul Concorso d’Eleganza di Villa d’Este, pubblicato su Autocar di maggio 2010: Autocar maggio 2010_villa este

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