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Creative Minds: Luca Dini

7 Feb

Un’icona può essere rinnovata

La firma di Luca Dini ha segnato lo stile di moltissimi yacht, avendo lavorato con i cantieri più famosi al mondo, come Benetti, Mondo Marine, Tecnomar, Admiral, Isa, Mariotti e Cantieri di Pisa. A 50 anni di età e dopo oltre 25 di attività in tutto il mondo, il designer fiorentino che lasciato il segno nel mondo nautico è ora alle prese con una sfida molto stimolante, ma di grande responsabilità: rinnovare la storica linea Akhir dei Cantieri di Pisa, che ha cambiato il corso della nautica da diporto. Inventata negli Anni 70 dal professore Pierluigi Spadolini, di cui Luca Dini è stato allievo, “è stata una barca rivoluzionaria, una specie di Stargate. Da quel momento in poi lo yacht design è diventato una vera realtà e ancora oggi vediamo molte cose riprese da essa”, dice Dini, emozionato nel ricordare quando, da ragazzino, appena entrato nello studio di Spadolini, la vide nascere. dini_pagina_1dini_pagina_2

Oggi che lo studio Luca Dini Design, nato a Firenze nel 1996, non si occupa più solo di progetti nautici, ma anche architettonici, ville residenziali e private, oltre che di aeroplani, lavorare su un’imbarcazione di questo tipo dà al designer un’ispirazione inedita, che sintetizza così: “Un’icona può essere rinnovata”. Perché qui non si tratta di disegnare qualcosa da zero, pensando a un’idea che sia unica, bensì di ridisegnare un modello che è già stato unico e ha segnato la storia del design nautico. Il che è decisamente più impegnativo.

Ma Dini ha una sensibilità particolare e un entusiasmo che lo contraddistinguono e la sua lunga esperienza in Italia e all’estero hanno reso questa impresa possibile. “La prima cosa che abbiamo fatto è stata mantenere gli stilemi che formano l’identità di questa linea, che però abbiamo aggiornato al 2020. La prova più importante che abbiamo centrato è che la barca fosse ancora riconoscibile da lontano, sua caratteristica peculiare. L’obiettivo era quello che hanno fatto la Mini, la 500, o la Porsche. Una Porsche degli Anni 70 o di oggi, è sempre una Porsche, tutti la riconoscono. Così abbiamo fatto noi: la linea esterna è quella su cui ci siamo maggiormente concentrati”.

Ma sul nuovo 42 metri dei Cantieri di Pisa sono state introdotte anche grandi novità: l’utilizzo dell’alluminio, in un cantiere che finora aveva lavorato solo con legno o vetroresina. Lo yacht è un semidislocante, non più planante, e per la prima volta il Cantiere avrà uno yacht con un secondo salone al ponte superiore e un ponte principale full beam a prua, dove è stata posizionata la cabina dell’armatore, con balconi ribaltabili, che quindi non si trova più sul lower deck, come in passato.

pub-to7cover_sLo stile Luca Dini Design si riconosce dalla costante ricerca, dal perfezionismo e dal gusto sempre sorprendente ma ricercato che lo caratterizzano. Così anche negli interni del nuovo Akhir, che saranno interamente personalizzati dall’armatore, ha inserito un particolare degno di nota: in onore alla moglie di Spadolini, Gianna Fagnoni, che inventò il teak sabbiato per i Cantieri di Pisa, un must per decine e decine di modelli, ha mantenuto questo materiale storico, cambiandogli però mood: “Abbiamo pensato renderlo più contemporaneo scegliendo un disegno con ispirazione giapponese, molto asciutto e lineare, tipico delle architetture del Sol levante, Paese dove mi sono recato molte volte negli ultimi anni e da cui ho tratto una forte influenza, forse anche per il contrasto con l’opulenza del rinascimento fiorentino in cui sono costantemente immerso”, conclude Dini.

Articolo scritto da: Samuela Urbini

L’articolo è stato pubblicato su THE ONE – Yacht and Design di luglio 2016.

Hydro Tec, yacht by Sergio Cutolo

4 Ago

Vanta una laurea in Ingegneria navale e un’intensa carriera maturata in cantiere, soprattutto in Baglietto, dove è stato anche capo dell’ufficio tecnico (ma con una parentesi dal 1989 al 1991 in Rodriquez). A 11 anni dall’inizio della sua professione, però, Sergio Cutolo decise di fare il grande salto e aprire il proprio studio. Era il 1995 e così nasceva, a Varazze, Hydro Tec, una realtà poliedrica che può contare su vaste competenze, tanto quanto l’esperienza del suo fondatore. «Negli ultimi anni abbiamo progettato yacht in fibra di vetro, alluminio e legno; dislocanti, plananti e a vela. Insomma, qualsiasi oggetto galleggi», conferma Cutolo. Mentre nei primi anni Hydro Tec curava solo l’ingegneria navale, dal 2008 invece offre una progettazione completa (a esclusione dell’interior design), grazie a un team composto da sei persone, oltre a Cutolo, e a una schiera di collaboratori.

articolo intervista Sergio Cutolo
L’articolo pubblicato su Yacht Design del dicembre 2010.

Tra i suoi punti di forza lo studio ligure vanta la versatilità e la capacità di offrire una consulenza a 360 gradi, comprese anche le proposte commerciali dei fornitori. «Partendo dall’idea di base dello yacht, siamo in grado di seguire dal progetto dell’architettura navale ai file di taglio, fino ai disegni che si utilizzano in officina», spiega l’ingegnere. «Quindi i cantieri che non possono contare su un ufficio tecnico interno, o che ne hanno uno piccolo, ricevono tutta la documentazione necessaria per realizzare un’imbarcazione. Per questo motivo lavoriamo molto in Turchia e in Cina, dove non esiste un background “di cantiere” e dove quindi forniamo anche una quota di know-how. Un servizio simile lo stiamo attualmente offrendo anche ai Cantieri Palumbo di Napoli, con la realizzazione del nuovo Columbus 177’». Gli yacht progettati da Hydro Tec sono lunghi dai 16 ai 70 metri e variano molto di tipologia. «Il mio background professionale mi porta a essere orientato verso gli yacht veloci», precisa Cutolo, «anche se personalmente prediligo le barche a vela. Il punto di sintesi tra queste due mie anime è rappresentato dalla serie di explorer dei Cantieri Navali di Pesaro, a partire dal Naumachos del 2006 in avanti».

Tra lavori così diversi esiste comunque un minimo comun denominatore. «Cerchiamo sempre di realizzare un progetto che sia semplice », sottolinea Cutolo. «Il mio maestro, l’ingegnere Alcide Sculati di Baglietto, mi diceva che una struttura per funzionare deve essere bella. Io aggiungerei che deve essere anche facile da costruire». Con il tempo però cambiano anche le richieste dei committenti. «Oggi sono richiesti yacht performanti e spirito ecologico», spiega l’ingegnere. «Come far convivere queste due esigenze? Mettendo a punto una terza via. Stiamo per esempio progettando un’imbarcazione con il Cantiere delle Marche che abbini il motore ibrido a velocità più elevate. Abbiamo in opera progetti di 85, 100 e 115 piedi, in acciaio e alluminio, capaci di velocità di punta di 22-24 nodi con i motori diesel, ma che viaggiano a 7-8 nodi con quello elettrico».  Ma non sono queste le uniche nuove tendenze del mercato. Da un lato c’è anche chi vuole yacht molto grandi, destinati al charter. Dall’altro è in atto un downsizing della richiesta, che si articola in due sottoinsiemi: chi chiede un’imbarcazione più piccola e chi ne vuole una che duri di più. «Ora gli yacht tornano a essere concepiti come beni durevoli», continua Cutolo, «quindi hanno maggior successo i 30-35 metri, realizzati in acciaio e alluminio. Il problema è che i cantieri attrezzati per utilizzare questi due materiali sono specializzati in barche dai 50 metri in su, mentre i cantieri che costruiscono yacht da diporto usano ancora per lo più la fibra di vetro».

L’ultimo lavoro firmato dallo studio ligure è il 54 metri O’ Rama, varato in Grecia e terzo della serie costruita dalla Golden Yachts, con linee esterne e arredi disegnati dall’architetto Giorgio Vafiadis, per il quale il team di Sergio Cutolo sta progettando un nuovo 39 metri in alluminio a tre motori e tre idrogetti. Nel frattempo prosegue il lavoro con realtà estere: è il caso dei due 70 metri in acciaio disegnati per il cantiere turco Proteksan e dei tre explorer, di 87, 116 e 148 piedi, progettati per il cinese Kingship e denominati Ocean Suv proprio per le loro caratteristiche di comfort e flessibilità funzionale. Ulteriori caratteristiche distintive dello stile Hydro Tec.

Articolo scritto da: Samuela Urbini
Per vedere l’articolo sul design di Sergio Cutolo pubblicato su Yacht Design n. 6 2010: YachtDesignDecember2010
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