“Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini sensibili possa cambiare il mondo; in effetti la sua forza è l’unica cosa che lo abbia mai cambiato.” Margaret Mead
Il mondo, almeno il piccolo mondo che io conosco, sembra spaventato dall’informazione. Purtroppo, bene o male, io mi occupo di informazione e a me questa parola non fa così paura e mi fanno paura invece quelli che mi guardano con sospetto quando rispondo alle loro curiosità, alle loro domande, alle quali per qualche casualità io sia in grado di rispondere.
Ultimamente mi interessa il tema della disinformazione sull’alimentazione. E di conseguenza sulla salute o su quello che ci raccontano essere salutare. Hai detto niente, ci saranno un milione di libri e filmati a proposito. Infatti qui “posto” un interessante documentario che è una sintesi non troppo sintetica di alcuni temi su cui la disinformazione pare si sia concentrata, tanto che se dite a qualcuno, per fare un esempio, che non bevete più latte, vi guarderà (soprattutto se siete una donna, “ma come: e il calcio?”, una risposta automatica) come se aveste detto di essere appena entrati a far parte di una setta. Ecco, quello che la maggior parte della gente non capisce è che chi assume determinate scelte alimentari, sulla propria alimentazione, A: ci ha meditato su, dunque è un’assunzione di consapevolezza, non una delega a qualche santone che gli ha detto cosa fare; B: non intende evangelizzare nessuno; C: se gli si chiede spiegazione per la propria scelta, di solito dà risposte argomentate sulle quali varrebbe la pena di farsi venire almeno il dubbio che su 100 parole almeno 1 possa essere azzeccata, e andare a informarsi; D: informandosi potrebbe capitare di scoprire qualcosa che giova alla salute.
Sul mondo di ciò che mangiamo ci raccontano da anni tante storie verosimili, ma non vere. Non so se in buona fede, cioè se alcune conoscenze sono arrivate solo in tempi successivi. Diamo questo beneficio del dubbio. Fatto sta che se siete entro i 40, con la disinformazione ci siete nati, ovvero siete figli di genitori oculatamente disinformati che hanno disimparato ciò che di salutare mangiavano da piccoli. E quindi siete (siamo) cresciuti con bastoncini, sofficini, saccottini e crocchettini tanto gustosi, ma tanto schifosi. Ma non credete: pasta, riso e zucchero sono tutti prodotti raffinati che fanno male egualmente (a meno che non mangiate cereali integrali…).
Io sono dell’idea che non sia mai troppo tardi per pensare alla propria salute. Il punto è che mangiando ci intossichiamo giorno dopo giorno, sempre di più, e non c’è il dubbio che possa non essere così. Perché non informarsi un pochino, oggi su una cosa, domani su un’altra? Lo facciamo per noi stessi: siamo tutti terrorizzati dal cancro, tanto che molti non riescono nemmeno a pronunciarne il nome. Al di là delle predisposizioni genetiche, su cui non possiamo fare niente, perché non fare del nostro meglio per non andarcela a cercare? Guardiamo i fumatori come dei drogati e non vediamo che anche noi, mangiando, forse ci comportiamo da drogati?
Ecco il documentario di cui parlavo all’inizio. Lungo quanto un film. Vi segnalo alcuni punti chiave, per facilitarvi la visione rapida.
Il video si intitola Un equilibrio delicato (A delicate balance). L’ha realizzato l’australiano Aaron Scheibner (Phoenix Philms) ed è stato doppiato in italiano a cura di AgireOra Edizioni, con la supervisione scientifica e il contributo di Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana – SSNV.
Ecco alcuni punti salienti:
Cosa sono le proteine animali e le proteine vegetali – minuto 7.00
Ancora proteine – minuto 24
Calcio e disinformazione – minuto 30
La disfunzione erettile – minuto 36.50
Le malattie autoimmuni (tra cui diabete di tipo 1) – minuto 40
Osteoporosi e disinformazione – minuto 47.30
Cosa bevono i vitelli (visto che il loro latte lo beviamo noi) – minuto 56
Pesce (“fa bene!”) e disinformazione – 57.30
Il dilemma del salmone – minuto 1h.17
I dolci sono come l’oppio – minuto 1h.20
E segnalo anche un libro che non ho ancora letto ma forse può essere interessante: The China Study, Macro Edizioni, anche in edizione italiana:

The China Study